27/03/11

Terremoti e castigo divino

Sul Corriere della Sera (1) troviamo una vera e propria "perla"...

 
L’«eretico» del Cnr: i terremoti ? Castigo divino
Nuove polemiche sullo storico de Mattei. «Riaffermo solo la tradizionale dottrina cattolica»
 
«Gli attacchi contro di me sono un tipico esempio della dittatura del relativismo denunciata da Benedetto XVI. Perché non ho fatto altro che riaffermare la tradizionale dottrina cattolica sulla provvidenza». 

Roberto de Mattei, vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), è di nuovo nell’occhio del ciclone. Dopo il discusso convegno antidarwiniano da lui organizzato nel 2009, ora lo storico romano, docente presso l’Università europea di Roma (legata ai Legionari di Cristo), è nel mirino per una conversazione a Radio Maria, nella quale ha sostenuto che i terremoti «sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio» e che in alcuni casi possono essere castighi divini. 

Online sono state raccolte migliaia di firme per chiederne le dimissioni, da parte di chi considera le sue posizioni «al di fuori del pensiero razionale» su cui si basa il metodo scientifico. «Innanzitutto— replica de Mattei— non parlavo come vicepresidente del Cnr, ma da cittadino e da credente. Mi sono limitato a riprendere un libretto del 1911 scritto da monsignor Mazzella, arcivescovo di Rossano Calabro, che commentava il terremoto di Messina del 1908 riflettendo sul mistero del male. Il punto è che, come insegnano san Tommaso e sant’Agostino, nell’universo non accade nulla che non sia voluto, o almeno permesso, da Dio per precise ragioni. E tra di esse non è da escludere l’ipotesi di un castigo divino, anche se in materia non vi è certezza». 

Ma il Dio cristiano non è amore? «Certo, infatti nel mio discorso non c’è alcun compiacimento. Esso nasce, al contrario, dalla convinzione che uno dei modi per aiutare spiritualmente chi soffre sia trovare una ragione alta e nobile per le disgrazie che l’hanno colpito, spiegando che anche le catastrofi sono originate dall’amore divino, che trae sempre il bene dal male». 

Però la scienza indica cause geologiche per i terremoti. «Qui siamo su un piano diverso. Avanzare questa motivazione per chiedere che io mi dimetta equivale a esigere la cacciata dall’università di un fisico che crede al dogma della transustanziazione, certamente antiscientifico, per cui al momento della consacrazione eucaristica pane e vino diventano corpo e sangue di Cristo. Con questa logica scandalosa si arriverebbe a precludere ai cattolici ogni incarico pubblico». 

D’altronde de Mattei non si stupisce per gli attacchi degli atei: «Conosco la loro intolleranza: a parte Piergiorgio Odifreddi, non hanno mai accettato di confrontarsi con le mie idee, lanciano solo invettive. Mi colpiscono semmai il silenzio e l’ateismo pratico di certi cattolici, per i quali Dio sarebbe assente dalla storia, avrebbe creato l’universo per poi disinteressarsene». 

Alcuni teologi infatti spiegano le sciagure naturali con una meccanica propria del mondo, non riconducibile alla volontà di Dio. «San Paolo scrive che il male e la morte sono entrati nel mondo attraverso il peccato originale di Adamo ed Eva. Da quella colpa derivano tutte le lacrime e i dolori dell’umanità. Oggi però nel mondo cattolico è penetrata una visione evoluzionista e poligenista, per cui il genere umano non proverrebbe da una coppia primordiale. Ma Pio XII nell’enciclica Humani Generis ha riaffermato che l’esistenza personale di Adamo ed Eva fa parte del magistero della Chiesa. Questa è una delle tante ragioni per cui un cattolico non può accettare le teorie di Darwin. Perciò mi stupisce che un semievoluzionista come il cardinale Gianfranco Ravasi presieda il Pontificio consiglio per la cultura». 

Secondo lei non è adatto all’incarico? «Si chiede a me di lasciare la vicepresidenza del Cnr, ma sarebbe più logico che si dimettesse Ravasi, che sostiene in campo esegetico e scientifico posizioni non del tutto coerenti con la tradizione della Chiesa. Oltretutto l’evoluzionismo è indimostrabile sul piano sperimentale: di fatto è un mito che si sta sgretolando. Sono sempre più numerosi gli scienziati che lo rigettano, come quelli che ho riunito a Roma due anni fa. Ma Ravasi non ha invitato nessuno di loro al convegno a senso unico su Darwin organizzato nel marzo 2009 alla Gregoriana: neppure Josef Seifert, che è membro della Pontificia accademia per la vita».

Fine dell'articolo. No comment. 

Era il vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), che sul suo sito ufficiale di definisce "...Ente pubblico nazionale con il compito di svolgere, promuovere, diffondere, trasferire e valorizzare attività di ricerca nei principali settori di sviluppo delle conoscenze e delle loro applicazioni per lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico e sociale del Paese..".

In ogni caso, per dovere di cronaca, registriamo la seguente comunicazione (sempre dal sito del CNR):

"Nota di precisazione del Presidente del CNR Prof. Luciano Maiani in merito all’intervento radiofonico del Prof. Roberto de Mattei, Vice Presidente del CNR, sull’emittente radiofonica privata  Radio Maria, Una voce cristiana nella tua casa.
Il 21 marzo scorso il prof. Roberto de Mattei ha reso un intervento all’emittente radiofonica privata Radio Maria - Una voce cristiana nella tua casa. L’intervento a carattere teologico ha riguardato tra l’altro il tragico sisma che si è abbattuto sul Giappone l’11 marzo scorso. Ferma restando la libertà di espressione quale bene garantito dalla nostra Costituzione, si precisa che i contenuti dell’intervento del prof. de Mattei non coinvolgono in alcun modo il CNR, che l’intervento non è stato reso nella sua veste di vicepresidente dell’Ente e che il contesto in cui esso è stato reso è estraneo alle attività e alle finalità del CNR".


In qualsiasi veste sia stata resa pubblica la libera espressione del vice, siamo sicuri che il Consiglio Nazionale delle Ricerche ed un credente più gesuita di gesù siano davvero compatibili ? 
Non a caso lo storico Sergio Luzzatto (2) conclude un suo articolo dicendo "Ma De Mattei alla vicepresidenza del CNR, quello no. Non più. Non un giorno di più". Non si può che essere  d'accordo. Assolutamente.

marzo 2011

1) Corriere della Sera del 27 marzo 2011, di Antonio Carioti.
2) Lo tsunami del prof. De Mattei, S. Luzzatto, domenicale del Sole24ore, 3 aprile 2011


E paradossalmente la questione continua...

Il fondamentalista non riluttante
De Mattei: Il paradiso terrestre è esistito davvero

 

Intervista di Antonio Gnoli su Repubblica del 11.4.11

Intervista al discusso vicepresidente del Cnr che suscita nuove polemiche con le sue tesi antiscientifiche
"Da cattolico devo credere nella storicità di quel passo della Genesi in cui si afferma che Adamo ed Eva sono la coppia originaria"
"Le mie idee affondano le loro radici nella coscienza stessa della nostra cultura: mi osteggiano gli scientisti"
"La fede religiosa è lontana dall´essere un fatto privato e va testimoniata pubblicamente"


Confesso una certa curiosità mentale mentre mi avvio all'appuntamento col professor Roberto De Mattei, l'uomo che con le sue idee – professate in varie sedi e occasioni – ha vinto l'Oscar del ridicolo. Che linea tenere, che domande rivolgergli, in una parola che cosa ci si aspetta da un signore che, con tutti i distinguo, ha sostenuto tesi balzane e in ogni caso antiscientifiche, come il creazionismo, l'immutabilità delle specie, la datazione della Terra a soli 15-20 milioni di anni fa? Se insieme al taccuino avessi con me un bel "tapirone d´oro", la questione potrebbe risolversi in pochi attimi. Ma in fondo, De Mattei non è un caso umano, è un affare più complicato: un uomo solo (o quasi) che sostiene certe idee. Non basta questo per farne un eroe della resistenza ottusa? Il problema è che De Mattei non è un signore qualunque: egli è vicepresidente del Cnr, un incarico che lo pone ai vertici della struttura che in teoria dovrebbe guidare la ricerca scientifica in Italia. Ma al tempo stesso egli ha una rubrica su Radio Maria, dirige il periodico Le radici cristiane, insegna alla Nuova Università Europea che appartiene ai Legionari di Dio. Il suo ultimo libro (pubblicato da Lindau) è una rilettura molto polemica del Concilio Vaticano II. Sguazziamo in un bel pasticcio ideologico.


Da dove nascono le sue provocazioni?
«Dalla mia coerenza. E dai miei studi. Sono stato allievo di Augusto Del Noce e Armando Saitta. Ho insegnato come associato all´Università di Cassino. Oggi ho un incarico alla Nuova Università Europea dove insegno storia moderna e storia del cristianesimo. Purtroppo sono spesso dipinto in maniera caricaturale».
Lei è vicepresidente del Cnr, un grande ente scientifico, diciamo il corrispettivo del Max Planck. Come è avvenuta la sua nomina?
«Fu la Moratti, nel 2004 Ministro dell´Istruzione, a nominarmi».
Perché scelse lei?
«Il Cnr ha anche un settore minoritario dedicato alle scienze umane. Al cui interno cadono le mie competenze».
Si è mai chiesto se ci fossero studiosi più preparati di lei, più legittimati sotto il profilo dei titoli e delle idee?
«Ho scritto centinaia di articoli, decine di libri, partecipato a convegni internazionali».
Non ci sono echi significativi dei suoi lavori nella comunità scientifica.
«Non è questo il punto. La contestazione alla mia nomina, una vera e propria levata di scudi, si basava sul fatto che la mia cultura cattolica era negatrice di alcuni valori fondanti della democrazia occidentale. Non ho mai nascosto che la fede religiosa non sia solo una questione privata, ma vada testimoniata pubblicamente».
Ho di fronte un missionario e un martire.
«Penso che il cristianesimo non possa ridursi a una religione intimistica e individuale, ma debba proiettarsi nella vita pubblica».
E questo l´autorizza a dichiarare che lo tsunami in Giappone è stato un castigo divino?
«Parlavo a titolo personale da una radio cattolica e non in qualità di vicepresidente del Cnr. Ho svolto una riflessione sul grande mistero del male e ho detto che tutto ciò che accade ha un significato. Non si muove foglia che Dio non voglia, verità antica e perenne. Coloro che credono in Dio sanno che esiste una remunerazione, che per i cattolici sia chiama inferno. E come si legge nella dottrina di Sant´Agostino e Bossuet anche i popoli possono peccare e per questo essere puniti».
Terremoto in Giappone e all´Aquila, devastazioni, guerre, catastrofi, crisi. Per lei Dio è molto occupato in questo momento?
«Non direttamente. Se Egli permette questo male non intendo dire che sia l´autore del male, perché altrimenti cadremmo in una visione manichea. Non esiste un Dio del male. Egli è il sommo bene capace di trarre il bene dal male. Anche dalla catastrofe giapponese».
Il Giappone è a prevalenza scintoista.
«Non ho la pretesa di conoscere la ragione per cui Dio ha permesso che ciò accadesse. Ma so che una ragione c´è».
Un´affermazione così perentoria e ilare la mette in totale contrasto con la comunità scientifica.
«Mi mette in contrasto con lo scientismo. A cominciare da Galileo, lo stesso Newton, ma poi Spallanzani, Mercalli, Pasteur, Mendel, fino a Max Planck, sono stati grandi scienziati che hanno creduto all´esistenza di Dio e non hanno trovato un contrasto tra la loro fede e la scienza».
Ma nessuno di loro si è piegato ai metodi biblici per spiegare il mondo. Per lei la Bibbia è il testo di riferimento?
«Per un cattolico non può che essere così. Lei sa che fin dal Concilio di Trento…».
Non vada troppo indietro. Contro l´evoluzionismo lei è un assertore del disegno divino. E le prove le ricava tutte dalla Bibbia. Un po´ poco, no?
«Per un cattolico la Sacra Scrittura va letta non come libero esame razionalista, ma alla luce della tradizione e del magistero della Chiesa».
Con quali conseguenze?
«Che un cattolico deve credere, per esempio, nella storicità di quel passo della Genesi in cui si afferma che Adamo ed Eva sono la coppia originaria da cui è nato il genere umano».
Uno scienziato inorridirebbe.
«Respingo il poligenismo evoluzionista. Se un cattolico lo accettasse verrebbe a cadere l´idea di un peccato originale trasmesso da una coppia di progenitori a tutta l´umanità. La mia battaglia culturale non è solo contro il laicismo, ma si svolge soprattutto all´interno del mondo cattolico sottomesso al clima intellettuale dominante».
Insomma lei sostiene che Adamo ed Eva non sono figure simboliche ma reali?
«Il paradiso terrestre è una realtà storica non una metafora».
Non le viene il dubbio che la storia della Terra, la sua origine, si possa raccontare in maniera diversa?
«Io ripropongo una cosmologia cristiana che fa capo alla stessa visione di Benedetto XVI».
Lei sa che la grande rivoluzione scientifica del Seicento cambia nel profondo anche la cosmologia cristiana, come può non tenerne conto?
«Mi pare più grave voler interdire la possibilità a un cattolico di esporre pubblicamente le proprie visioni cosmologiche e metafisiche».
Fino al punto di affermare che la caduta dell´Impero Romano avvenne principalmente per colpa dei gay?
«In realtà in quell´occasione io feci mio il discorso del Papa che paragonava la crisi del mondo attuale alla decadenza dell´Impero Romano. La cui caduta, secondo me, più che alle invasioni barbariche va fatta risalire al relativismo morale e culturale che lo minavano dall´interno».
E i gay?
«Un ragionamento che ho ripreso da Salviano di Marsiglia. Coevo di Sant´Agostino».
Come è stata la sua infanzia?
«Tranquilla. Sono nato e vissuto a Roma. Provengo da una famiglia cattolica. Mio padre e mio nonno erano professori universitari. Sono sposato e ho cinque figli ormai grandi».
Come reagiscono alle sue intemerate?
«Sono tutti dei buoni cattolici. Ho il loro sostegno. Certo, ricevo da fuori molti insulti, ma anche gente che mi sostiene e mi incita ad andare avanti».
Ha mai immaginato di farsi prete?
«Non ho mai avuto questa vocazione, né crisi mistiche. Sono un´eco del XXI secolo di una tradizione che viene da lontano e che è radicata nel senso comune. Quelle che espongo non sono idee originali o particolari, perché se tali fossero vivrebbero lo spazio di una bufera mediatica. Al di là della mia persona queste idee affondano nelle radici della coscienza stessa dell´Occidente».
Lei è un cattolico integralista?
«Mi piacerebbe definirmi un cattolico tout court. Ma oggi è insufficiente. Sono un cattolico senza compromessi».

Senza parole (di nuovo). E questo tizio ricopre una delle massime cariche della ricerca scientifica italiana !
...e continua...

da Repubblica del 22 aprile 2011

Messina punita per ateismo, Varsavia per gli aborti.
 

De Mattei, numero due del Cnr, insiste sulla tesi della vendetta. "Il sisma del 1908 fu una punizione divina". Ma stavolta arriva anche una risposta del Vaticano
di Marco Pasqua


Il terremoto che nel 1908 distrusse Messina e Reggio è stato un segno di una punizione divina, nei confronti di una città profana. La distruzione di Varsavia, durante la seconda Guerra Mondiale, è da attribuirsi, invece, agli aborti che "si commettevano" nella capitale polacca. Roberto De Mattei, 1 il contestato vice-presidente del Cnr (la petizione on-line per le sue dimissioni ha superato quota 14mila adesioni) torna a riproporre una rilettura della Storia in chiave rigorosamente cristiana. E così, dopo aver sostenuto che il terremoto in Giappone è da considerarsi un "segno della bontà di Dio", e che la caduta dell'Impero romano fu causata dagli omosessuali, propone una reinterpretazione dei drammatici eventi che scossero la città siciliana all'inizio del Novecento.
 


Il numero due dell'ente di ricerca italiano  -  grazie alla nomina dei ministri Moratti prima, e Gelmini poi - parla durante la trasmissione "Radici Cristiane", condotta su Radio Maria, e andata in onda il 20 aprile scorso. Memore delle polemiche che hanno fatto seguito al suo ultimo intervento si rivolge, in apertura di trasmissione, ai "signori ateisti e alle lobby mediatiche che con tanta attenzione" lo seguono e che lo hanno attaccato, fino a chiederne le dimissioni. "In questa trasmissione  -  dice  -  non  ho mai parlato a nome del Cnr, e non vi ho mai fatto riferimento. Anche oggi parlo come cattolico e come uomo libero".

Partendo dalla considerazione che "tutto ciò che accade ha un significato, e che tutto è divina provvidenza", ripercorre il dramma del terremoto messinese. "All'alba del 28 dicembre 1908, una violentissima scossa di terremoto, di non più di trenta secondi, ma del decimo grado della scala Mercalli, seguita da un terribile maremoto, distrusse la città siciliana e si estese alle coste calabre. Le vittime furono oltre 80.000. Messina venne ridotta a un cumulo di macerie", spiega il docente di Storia del Cristianesimo e della Chiesa. De Mattei cita due testimoni del terremoto, che "si prodigarono per aiutare le vittime": don Luigi Orione e padre Annibale Maria Di Francia. "Questi sacerdoti  -  spiega - erano convinti che il terremoto di Messina fosse stato un castigo divino. Nella mattina di domenica del 27 dicembre 1908 erano apparse nella città strisce con la scritta 'Gesù Cristo non è mai esistito', e per dimostrare l'empia affermazione, alla sera, in un pubblico dibattito era seguita una processione blasfema che era giunta fino alla spiaggia: un crocifisso era stato buttato a mare tra lazzi e oscenità, mentre il circolo Giordano Bruno si riuniva per decretare la distruzione della religione in Messina". Il terremoto distrusse la città, ma salvò la casa degli orfanelli di padre Annibale Maria di Francia. Tre anni prima, ricorda lo storico, lo stesso religioso aveva previsto il terremoto, attribuendolo ad un decadimento morale che avrebbe colpito la città: "Vi è lo spiritismo, vi sono le magherie, vi sono i sortilegi. In Messina vi è la disonestà divenuta abitudine; vi è l'avarizia e la durezza del cuore per cui si lasciano perire i poveri e il danaro si spende piuttosto nel lusso. Tutti questi peccati gridano al Signore: 'Signore, affrettati punisci!'". Dio, quindi, avrebbe voluto punire i messinesi per i loro peccati. La conclusione è di De Mattei, che non prende le distanze da questa interpretazione storica: "C'è un rapporto dunque tra le rovine materiali e quelle spirituali che colpiscono le città e i popoli".

E' a questo punto che il vice presidente del Cnr, attribuisce agli aborti la rovina della città di Varsavia: "Il signore annunciò a santa Faustina Kowalska il castigo di una città, Varsavia, per i peccati che in essa si commettevano, soprattutto l'aborto, che è l'uccisione inerme nel grembo della madre. Varsavia fu distrutta durante la Seconda guerra mondiale". Per corroborare la tesi, De Mattei si serve delle parole di Giovanni Paolo II: "La Chiesa ha ricavato la denominazione di 'peccati che gridano vendetta al cospetto di Diò e vi ha incluso, anzitutto, l'omicidio volontario, che oggi si rinnova negli innumerevoli aborti commessi ogni giorno, ogni ora, ogni minuto nel mondo". "Dio è infinitamente misericordioso  -  continua De Mattei - ma è giusto, come ribadisce Giovanni Paolo II, quando dice che l'aborto, come la sodomia, è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio. Sappiamo come Dio punì il peccato di Sodoma e Gomorra: con la distruzione di quelle città". Tutta la nostra società merita una punizione divina, per il docente cattolico: "Che cosa pensare di una società, come quella contemporanea, che ha fatto dell'omicidio volontario e del peccato di Sodoma la regola pubblica e sociale? Queste nazioni, dice il Papa, potrebbero essere castigate, come accadde alle comunità cristiane un tempo fiorenti e oggi dimenticate. Accadde a Cartagine, devastata dai Vandali e poi sommersa dall'Islam. Il Cristianesimo fu cancellato da quella terra. E cosa attende le nazioni europee che iscrivono i vizi di Cartagine nelle loro leggi?". De Mattei chiude con un interrogativo: "Non potrebbe avvenire la stessa cosa in questa nostra epoca?".
 


Dal Vaticano: "Tesi offensive" "Terremoti, uragani e altre sciagure che colpiscono insieme colpevoli e innocenti non sono mai un castigo di Dio. Dire il contrario, significa offendere Dio e gli uomini. Sono però un ammonimento: in questo caso, l'ammonimento a non illuderci che basteranno la scienza e la tecnica a salvarci. Se non sapremo imporci dei limiti, possono diventare proprio esse, lo stiamo vedendo, la minaccia più grave di tutte". E' questo uno dei passaggi dell'omelia pronunciata questo pomeriggio nella basilica vaticana alla presenza del Papa, da padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, in occasione della celebrazione della liturgia della Passione del Signore.

Le parole del frate cappuccino di fatto costituiscono una risposta alle affermazioni del vicedirettore del Cnr, Roberto de Mattei. "La globalizzazione - ha detto ancora Cantalamessa - ha almeno questo effetto positivo: il dolore di un popolo diventa il dolore di tutti, suscita la solidarietà di tutti. Ci dà occasione di scoprire che siamo una sola famiglia umana, legata nel bene e nel male. Ci aiuta a superare le barriere di razza, colore e religione. Come dice il verso di un nostro poeta, 'Uomini, pace! Nella prona terra troppo e' il mistero.


Fantastico. A questo punto però c'è da notare che oltre ad essere criticato (piuttosto duramente) come storico e scienziato - direi con qualche ragione - è severamente sottoposto ad una critica anche di tipo teologico. Scaricato dal lato Ragione e scaricato dal lato Religione. Che gli resta ?


(Forse cancellerò questo post... è come sparare sulla Croce Rossa. Comunque, se a qualcuno interessa, qui si può firmare la petizione per chiedere le dimissioni dalla vicepresidenza del CNR del nostro: http://www.petizionionline.it/petizione/dimissioni-del-vicepresidente-del-cnr-roberto-de-mattei/3730/3e17bf572b1394c2da7336c8e6de20dc)




Nessun commento:

Posta un commento